Pier Giorgio Frassati sarà proclamato Santo durante il Giubileo 2025
L’annuncio del cardinal Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi: “La canonizzazione è ormai chiara all’orizzonte e si profila per il prossimo anno giubilare”
Città del Vaticano – Il Giubileo del 2025 vedrà, tra i grandi eventi di preghiera e spiritualità, anche il rito di canonizzazione del beato Pier Giorgi Frassati, il giovane torinese, che amava portare gli amici in montagna, morto all’età di appena 24 anni. Ad annunciarlo è il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il cardinal Marcello Semeraro, intervenuto nelle ultime ore alla XVIII Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, apertasi con l’incontro avvenuto il 25 aprile col Pontefice (leggi qui) e ora in corso di svolgimento a Sacrofano.
E l’evento non è casuale, visto che Frassati, proclamato beato nel 1990 da Giovanni Paolo II, era membro attivo dell’Ac. “La canonizzazione è ormai chiara all’orizzonte e si profila per il prossimo anno giubilare”, le parole del cardinale. Parole accolte con un lungo applauso da parte dei mille soci di Azione cattolica presenti. «Nell’omelia per il rito della sua beatificazione – ha aggiunto – avvenuta il 20 maggio 1990, san Giovanni Paolo II lo chiamò uomo delle Beatitudini; disse pure che ‘nell’Azione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e s’impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero'”.
Frassati, ha sottolineato il porporato, nato a Torino nel 1901 e morto a causa di una poliomelite fulminante, ad oggi, è considerato un “meraviglioso modello di vita cristiana, una giovinezza tutta immersa nel mistero di Dio e dedita al costante servizio del prossimo”.
Già da tempo è annoverato tra i “santi sociali” torinesi, come don Giovanni Bosco e don Giuseppe Cottolengo, anche senza essere formalmente ancora elevato agli onori degli altari: “Nella santità di Piergiorgio – ha continuato Semeraro – c’è un valore di continuità con la tradizione della sua terra: egli, infatti, si è innestato nel lavoro di difesa della fede, attraverso la carità profusa nel campo dell’emarginazione”.
La vita di Pier Giorgio è tutta orientata alla conquista del Cielo. Le scalate sulle vette delle montagne fanno da cornice a una serie di scelte tutte incentrate sull’abbandono in Cristo: l’Azione cattolica e la Fuci, prima, poi a 19 anni l’ingresso nelle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, per l’aiuto ai più bisognosi. A 21 anni divenne terziario domenicano. Tre anni dopo la morte a causa di una poliomelite fulminante che aveva probabilmente contratto andando a visitare le abitazioni delle famiglie bisognose.
Nel 1990 Papa Wojtyla lo proclamò beato dopo il riconoscimento di un miracolo particolare: la guarigione di Domenico Sellan, un friulano che aveva contratto, verso la fine degli ’30, il morbo di Pott. Questi, quasi in fin di vita, guarì repentinamente e senza un’evidente spiegazione medica dopo che un suo amico sacerdote gli aveva donato un’immaginetta con una reliquia di Pier Giorgio Frassati, a cui si era rivolto per ottenere la guarigione.
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