Medjugorje, la sentenza del Papa: c’è il nulla osta al culto

Il Dicastero per la Dottrina della Fede pubblica la nota, approvata da Papa Francesco, sulle apparizioni mariane in Bosnia-Erzegovina: la Santa Sede non si pronuncia sulla soprannaturalità dei fenomeni ma riconosce i tanti “frutti spirituali”. Sui messaggi più prudenza: “Servono chiarimenti”

Città del Vaticano – Dopo 43 anni, la Santa Sede mette fine al caso delle apparizioni mariane a Medjugorje. Da Oltretevere arriva infatti il nihil obstat al culto della Regina della Pace. A dare il via libera è stato Papa Francesco, che ha approvato la “Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje” il 28 agosto 2024, dopo aver incontrato il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinal Víctor Manuel Fernandez.

“È arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di vescovi, teologi, commissioni e analisti”, si legge nel documento, presentato questa mattina ai giornalisti nella Sala Stampa vaticana.

Il Pontefice autorizza quindi i fedeli ad aderire all’esperienza di Medjugorje secondo quanto stabilito dalle nuove “Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali” (leggi qui) poiché in Erzegovina, si legge nel documento odierno, “si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”. La Santa Sede dà un giudizio positivo anche sui messaggi che in questi anni la Madonna avrebbe consegnato ai veggenti anche se con alcuni chiarimenti su diverse espressioni.

Clicca qui per leggere il testo completo della “Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje”

La nota diffusa oggi precisa anche che “le conclusioni di questa Nota non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti” e che in ogni caso i doni spirituali “non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire”.

Medjugorje: i frutti positivi

Il nulla osta al culto arriva dalla Santa Sede poiché, secondo le analisi del Dicastero per la Dottrina della Fede, “i luoghi legati al fenomeno Medjugorje sono meta di pellegrinaggi da tutto il mondo” e portano “frutti positivi” che “si rivelano soprattutto come la promozione di una sana pratica di vita di fede” in accordo con la tradizione della Chiesa.

In questo luogo, inoltre, si registrano “abbondanti conversioni” di persone che hanno scoperto o riscoperto la fede, ma anche il ritorno alla confessione e alla comunione sacramentale, numerose vocazioni, “numerosissime guarigioni”, “molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare”. Queste esperienze però, precisano dal Vaticano, “avvengono soprattutto nel contesto del pellegrinaggio ai luoghi degli eventi originari piuttosto che durante gli incontri con i ‘veggenti’ per presenziare alle presunte apparizioni”.

Inoltre, la parrocchia del piccolo paese dell’Erzegovina è luogo di adorazione, preghiera, seminari, ritiri spirituali, raduni di giovani e “sembra che a Medjugorje le persone si rechino soprattutto per rinnovare la propria fede piuttosto che in ragione di precise richieste concrete”. Sono sorte anche opere di carità che si occupano di orfani, tossicodipendenti, disabili e si registra anche la presenza di gruppi di cristiani ortodossi e di musulmani.

Medjugorje: alcuni chiarimenti sui messaggi

La Nota del Dicastero prosegue esaminando gli aspetti centrali dei messaggi, a partire da quello della pace intesa non soltanto come assenza di guerra ma anche in un senso spirituale, familiare e sociale. Nei messaggi si ritrova poi “un costante invito ad abbandonare uno stile di vita mondano e un eccessivo attaccamento ai beni terreni con frequenti inviti alla conversione, che fa diventare possibile la vera pace nel mondo”. E proprio la conversione sembra essere il fulcro del messaggio di Medjugorje. Ma c’è anche una “insistente esortazione a non sottovalutare la gravità del male e del peccato e a prendere molto sul serio la chiamata di Dio a lottare contro il male e contro l’influsso di Satana”, indicato come origine dell’odio, della violenza, della divisione.

Tuttavia, il documento sottolinea come “alcuni pochi” messaggi si allontanino da questi contenuti. Quindi, “per evitare che questo tesoro di Medjugorje sia compromesso, è necessario chiarire alcune possibili confusioni che possono condurre gruppi minoritari a distorcere la preziosa proposta di quest’esperienza spirituale”.

Alcuni messaggi possono apparire “connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi” anche se qualche errore può non essere “dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno”. In alcuni casi “la Madonna sembra mostrare una qualche irritazione perché non sono state seguite alcune sue indicazioni; avverte così su segni minacciosi e sulla possibilità di non apparire più”. In realtà, altri messaggi offrono una giusta interpretazione: “Quelli che fanno predizioni catastrofiche sono falsi profeti. Essi dicono: ‘In tale anno, in tale giorno, ci sarà una catastrofe’. Io ho sempre detto che il castigo verrà se il mondo non
si converte. Perciò invito tutti alla conversione”.

Ci sono poi messaggi per la parrocchia nei quali la Madonna sembra desiderare un controllo su dettagli del cammino spirituale e pastorale, “dando così l’impressione di volersi sostituire agli organismi ordinari di partecipazione”. Altre volte insiste sull’ascolto e l’accettazione dei messaggi, insistenza probabilmente provocata “dall’amore e dal generoso fervore dei presunti veggenti che con buona volontà temevano che le chiamate della Madre alla conversione e alla pace fossero ignorate”.

L’insistenza diventa più problematica quando questi i messaggi “si riferiscono a richieste di improbabile origine soprannaturale, come quando la Madonna impartisce degli ordini circa date, posti, aspetti pratici, e prende decisioni su questioni ordinarie”. In realtà, precisano ancora dal Vaticano, è la stessa Madonna a relativizzare i propri messaggi sottomettendoli al valore della Parola rivelata nella Scrittura: “Non andate in cerca di cose straordinarie, ma piuttosto prendete il Vangelo, leggetelo e tutto vi sarà chiaro”. Oppure: “Perché fate tante domande? Ogni risposta è nel Vangelo”. E ancora: “Non credete alle voci menzognere che vi parlano di cose false, di una falsa luce. Voi, figli miei, tornate alla Scrittura!”.

La Nota indica infine come problematici quei messaggi che attribuiscono alla Madonna le espressioni “il mio piano”, “il mio progetto”, espressioni che “potrebbero confondere. In realtà, tutto quanto Maria compie è sempre al servizio del progetto del Signore e del suo piano divino di salvezza”. Allo stesso modo non bisogna erroneamente “attribuire a Maria un posto che è unico ed esclusivo del Figlio di Dio fatto uomo”. Il Dicastero per la Dottrina della Fede sottolinea quindi un messaggio che può essere considerato come una sintesi della proposta del Vangelo attraverso Medjugorje: “Desidero avvicinarvi sempre di più a Gesù e al suo cuore ferito”.

Medjugorje: via libera al culto pubblico

“Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale” e ricordando che nessuno è obbligato a credervi, il nulla osta – emesso dal vescovo di Mostar-Duvno in accordo con la Santa Sede – indica che i fedeli “possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico”.

La Nota precisa inoltre che “la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale”. E pur esistendo – com’è noto – diversi pareri “circa l’autenticità di alcuni fatti o su alcuni aspetti di questa esperienza spirituale, le autorità ecclesiastiche dei luoghi dove essa sia presente sono invitate ad apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale”.

Ferma restando la potestà di ogni vescovo diocesano di prendere decisioni prudenziali nel caso vi siano persone o gruppi che “utilizzando inadeguatamente questo fenomeno spirituale, agiscano in un modo sbagliato”. Da qui l’invito del Dicastero a chi si reca a Medjugorje “ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria”.

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